Update: questo post è molto vecchio, le caratteristiche di cui si parla sono entrate nella versione stabile del software. Tuttavia il post è stato conservato perché contiene informazioni che potrebbero ancora essere utili
Ieri mi sono accorto che la versione di gnuplot che avevo installata sul pc di casa era un po’ vecchiotta. Pensavo di ricompilare il pacchetto debian della nuova col supporto per la GNU readline. Per chi non lo sapesse gnuplot non può essere distribuito in forma binaria con la GNU readline per via della licenza con cui è distribuito. Quindi ogni volta che devo aggiornarlo me lo ricompilo per averla. Ma siccome sono curioso come una scimmia…ho deciso di non farlo e di compilare la versione di sviluppo, la 4.3, presa dal server cvs.
Le novità sono tante e tutte importanti. Quella fondamentale secondo me è l’aggiunta delle iterazioni (cicli for numerici) dentro i comandi plot, set e unset. Francamente erano anni che se ne sentiva l’esigenza. Poi il supporto al terminale pdf senza bisogno di librerie proprietarie, un migliore supporto per il terminale svg, e per il terminale png. Insomma robba sostanziosa. A chi piace il brodo c’è anche il supporto per le curve piene con le trasparenze.
Il suggerimento per tutti quelli che lo usano è compilarlo, testarlo e riportare i bug…che prima esce questa versione prima siamo tutti più contenti. 🙂
Incidentalmente mi sono accorto che non ho mai sfruttato una utilissima caratteristica, quella di sostituire l’output di interi pezzi di “shell” (quale sia dipende dall’interprete installato sul sistema). Per esempio:
plot `ls | sed s/^/\'/ | sed s/$/\',/|tr "\n" " "|sed s/,\ $//`
Fa un unico grafico in cui ci sono tutti i file contenuti nella directory corrente.
Ma come ho fatto a non accorgermene prima? Dormivo? E dire che la documentazione e il manuale li ho consultati decine di volte. Mah…
Ovviamente chiunque abbia idea di come sfruttare al meglio, e magari anche in maniera poco ortodossa 🙂 , questa caratteristica si faccia avanti.